La fase di post-produzione di un film si inserisce fra la lavorazione vera e propria (quindi, fra le altre, le fasi di scrittura, scelta del casting e riprese) e la distribuzione, cioè l’arrivo delle copie nelle sale di tutto il mondo: è un momento particolarmente importante, che – a seconda delle esigenze della storia – può richiedere un periodo di tempo anche più lungo di quello riservato alla recitazione degli attori sulla scena.
L’applicazione di effetti speciali, la gestione dell’audio e della colonna sonora, il controllo del colore – solo alcune fasi di questo molto complicato processo – possono, infatti, protrarsi per settimane, se non mesi o anni, sfruttando tecnologie via via più complesse: più la trama è caratterizzata da elementi fantastici, montaggi particolari, editing d’effetto, più la post-produzione si allungherà nel tempo.
Ma quali sono i processi tipici di questo passaggio? Vediamo i principali!
Post-produzione: i processi
Tutti i processi della post-produzione riguardano, generalmente, il controllo e le modifiche all’ambito visivo e sonoro: piccole correzioni, aggiunte, totali stravolgimenti fanno parte dei lavori e possono coinvolgere centinaia di professionalità diverse, dal tecnico che si dedica ai rumori di fondo e alle voci fuori campo, al direttore che corregge il bilanciamento e le tonalità di colore.
Tutti, però, fanno capo a un unico esperto, cioè il Direttore di Edizione, che non solo coordina le fasi di lavoro stabilendo una tabella di marcia, ma gestisce anche i titoli di testa e di coda, cioè – idealmente – l’inizio e la fine del film, due momenti decisamente centrali per lo sviluppo e la comprensione della trama da parte del pubblico.
Le fasi di post-produzione comprendono:
- il montaggio, cioè la ricerca di una determinata cifra stilistica, di un’espressione e di un’atmosfera attraverso la connessione stabilita fra le scene. Questo procedimento si avvaleva originariamente solo della moviola: oggi può fare affidamento a una serie di strumenti digitali in grado di facilitare la costruzione del racconto il più possibile;
- la registrazione delle musiche e la loro sincronizzazione con le immagini. Questo passaggio è diverso dalle musiche di fondo o dall’audio vero e proprio, perché riguarda una serie di suoni che si “appoggiano” alle immagini, enfatizzando determinati punti e dando una certa profondità alle scene prescelte;
- la creazione e l’inserimento di effetti speciali visivi, una fase che non necessariamente riguarda tutti i film in post-produzione. In alcuni casi, per esempio alcune pellicole indipendenti a basso budget, piuttosto che drammi o commedie “classiche”, la spesa per questo genere di interventi è bassissima, se non nulla. Basta pensare, però, a una pellicola come uno degli Star Wars, Inception o Avengers per rendersi conto che esistono lungometraggi che non potrebbero esistere senza questa delicatissima fase;
- l’aggiunta di effetti sonori, spesso riprodotti da un rumorista: in molte riprese, infatti, alcuni suoni si perdono nel sottofondo ambientale, mentre per altre – semplicemente – si decide di aggiungere un elemento in un secondo momento. In questo caso vengono riprodotti gli spunti sonori necessari e vengono sincronizzati con le immagini;
- il doppiaggio, cioè l’aggiunta di una parte recitata al di sopra delle riprese, in sincro con le parole pronunciate da un attore, oppure inserita come elemento narrativo. Anche questo particolare intervento non è sempre necessario: in molti casi, la presa diretta viene tenuta come risorsa principale e non si sente la necessità di ridoppiare o correggere questo elemento dell’audio;
- il montaggio, la sincronizzazione e il mix delle tracce audio che formano la colonna sonora: anche in questo caso, è possibile che i file esistano già e ci sia solo la necessità di inserirli nel punto corretto della storia;
- la correzione del colore, effettuata dal direttore della fotografia anche grazie a strumenti specifici (come il DaVinci Micro Panel della Blackmagic) che servono per modificare le tonalità delle riprese.
In passato, tutte queste fasi si concludevano con il taglio del negativo e la realizzazione di un unico originale in pellicola, da cui ricavare le diverse copie necessarie alla distribuzione: oggi, tutta la fase finale viene gestita con supporti digitali, risparmiando su tempi e materiali.
Certo, si è perso un po’ di fascino, ma la post-produzione è sempre rimasta molto simile a se stessa: divertente, impegnativa, faticosa e rischiosa… ma capace di vere magie!